Lo stemma
L’araldica si sviluppò all’inizio dell’XI secolo e al suo apparire ricevette un grande impulso sia nei tornei che nelle crociate; poi, con l’inizio del XIV secolo, ebbe una sua regolamentazione.
Lo stemma comunale o gonfalone, arma o blasone, venne usato agli inizi del Medioevo. Lo stemma araldico del comune di Felitto è formato da uno scudo con campo argenteo, un olmo fronzuto e su di esso un gallo vigilante. Intorno altri due elementi: un ramo di alloro e un ramo di quercia con bacche. Lo scudo è sormontato da una corona turrita a tre stadi con merlatura.
Gli elementi che componevano i gonfaloni nei tempi antichi rappresentavano l’indole dei cittadini, la posizione geografica, la nobiltà, la potenza e l’importanza del comune.
L’immagine del gallo nello stemma di Felitto doveva rappresentare la posizione del paese appollaiato sulla cima della collinetta rocciosa completamente inaccessibile.
L’immagine dell’olmo, pianta molto resistente, rappresentava la fortezza del sito.
Da queste prime considerazioni, possiamo dire che gli abitanti erano molto vigilanti e profondamente religiosi. Il gallo, il pesce e l’olmo sono simboli cristiani.
Sul gallo esiste una voluminosa letteratura. Riportiamo quello che scrittori, filosofi, storici e santi hanno detto sul gallo.
Gian Bennardo Savonese, nel suo vocabolario ecclesiastico: “in ebraico, gallo significa combattente”.
Aristotele: “II gallo è uccello solare, è il più degno degli uccelli”.
Dati i vari significati; “combattente”, “generoso”, nei tempi antichi alcuni nobili avevano il gallo come stemma di famiglia per mostrare al popolo di essere generosi, mentre altri si fregiavano del gallo per dimostrare di essere stati dei bravi combattenti; molti altri sulle proprie monete fecero incidere il gallo per dimostrare la loro fede nel combattimento.
Nel Mille l’uso del gallo sui campanili, sulle guglie delle chiese, nell’iconografia cristiana ha vasto uso, specie in Italia. Verso la fine del Medioevo comincia a scomparire.
Anche la chiesa ha vari richiami sul gallo. La liturgia sacra delle ore canoniche, dette “Laudes”, delle domeniche di settuagesima, sessagesima e quinquagesima recita:
… “Surgamus ergo strenue:
gallus lacerile excitat”…
(S. Ambrosio)
Traduzione:
“Alziamoci dunque da bravi;
il gallo sveglia i dormienti, …”
Il gallo nello stemma di Felitto ha duplice significato: popolo profondamente cristiano e popolo solerte e laborioso, smentendo quanto scritto dal Di Stefano.
Anche l’olmo, come detto, è simbolo cristiano. Nei classici cristiani si legge:
“l’olmo produce frutti agli uomini; ma essi non sanno e non comprendono che quando c ‘è la siccità, l’olmo, pieno di umori, tiene fresca la vite; così che essa. avendo costantemente l’umore, raddoppia il frutto e per merito suo e per quello che la sostiene.”
L’Angelo paragona l’olmo che sorregge la vite al ricco che sorregge il povero: la vite produce maggior frutto quando si appoggia all’olmo e questo appare carico di frutti quando è maritato con la vite; cosi il ricco si corona di beni spirituali aiutando il povero e questi non manca di beni temporali appoggiandosi al ricco. (“Erma – IL PASTORE – I classici cristiani – R. Marzini)